Indesit: un migliaio in corteo, rovinata passerella alla triplice

Migliaia di persone tra operai dell’Indesit, studenti e precari hanno attraversato il corteo organizzato contro la delocalizzazione dello stabilimento in Turchia e in Polonia e il licenziamento di 540 operai in esubero. Il corteo, partito dal centro di Carinaro ha percorso poi le strade di Teverola concludendosi nella città normanna di Aversa, in P.zza Municipio.

Per anni uno dei più grossi centri occupazionali dell’agro aversano, la vertenza Indesit ha, stamattina, incassato la solidarietà da parte di tutta la comunità, tanti i cittadini che per le strade hanno espresso vicinanza alla causa degli operai e tanti i commercianti che hanno abbassato le serrande dei propri negozi come segno di compartecipazione di chi, seppur in maniera diversa, porta sulle spalle e paga quotidianamente il peso della crisi.

La voglia di esprimere la propria rabbia e di far conoscere a tutti il problema che stanno vivendo come operai della Indesit è emersa tutta, nonostante ci sia stato un evidente freno da parte delle componenti sindacali che hanno tentato comunque lungo il corteo di mantenere ben ordinata la composizione operaia lungo le strade aversane. Tale dinamica è stata però rotta alla fine del corteo, una volta entrati in Piazza Municipio ad Aversa difatti, il lungo comizio propagandistico e da tampone, ha visto una forte contestazione partita da parte degli operai Indesit, e da una delegazione degli operai cassa-integrati della Fiat di Pomigliano, il cui tentativo di prendere parola sul palco è stato prontamente represso proprio da parte di quei personaggi politici e sindacali che dicono di tutelare e farsi ambasciatori dei diritti dei lavoratori.

Grazie alla determinazione degli operai di Pomigliano, con il sostegno di molti operai della Indesit e di precari, studenti e disoccupati accorsi alla chiamata di stamattina, a spinta , si è riusciti a prendere parola, tra qualche strattone con la polizia e tanti fischi che facevano da sottofondo ai politici che si alternavano al microfono, per sopraffare e rendere inarrivabile la voce del dissenso. Con gli operai Indesit e la loro voglia di capire la rabbia e la determinazione da un lato e con quella parte sindacale subito pronta a togliere i propri striscioni una volta appurata la possibilità di vedere rotto il giocattolo tra le mani dall’altro, la valutazione della giornata non può che essere chiarificatrice e positiva.

È chiaro che si riduce sempre più lo spazio di azione per coloro che tentano di tenere le lotte al guinzaglio.

C’è voluto poco per mettere da parte i discorsi paternalistici di Cgil, Cisl e Uil, a cui si sono subito sostituite le rivendicazioni degli operai, supportati dagli studenti, disoccupati e precari presenti in piazza,i quali hanno ancora una volta ribadito, in una sola voce e con dignità, che partiti e sindacati “non ci rappresentano”.

A nulla sono serviti gli interventi tampone dei vari politici ed esponenti sindacali, i quali, si sono fatti portavoce dei padroni, secondo cui non ci saranno licenziamenti. Seppur embrionale ma non sprovveduta, la lotta Indesit sa ben tradurre tali formule retoriche con un linguaggio chiaro: smantellamento lento e parziale che vedrà nel prossimo tavolo di trattative, il prossimo 16 luglio, l’ennesimo smembramento di ogni diritto dei dipendenti della fabbrica.

Inoltre, nei prossimi mesi è prevista una erogazione di incentivi statali per tutta la gamma di elettrodomestici prodotti anche dalla Indesit: questo si può decifrare semplicemente in una diminuzione dei licenziamenti nell’immediato, ingrossamento delle fila clientelari ed ulteriore disgregazione all’interno del corpo operaio della fabbrica.

 

A detta degli operai, le proteste non di certo si arresteranno con questa giornata, anzi, tale data verrà archiviata come passaggio ad una fase che li vedrà ancora in strada con la volontà di proseguire con picchetti e sciopero ad oltranza.

Tante le contraddizioni e le ambivalenze emerse sino ad oggi, se da un lato è emersa la potenzialità di un soggetto stanco di assecondare le esigenze dei padroni, dall’altro si è visto quanto gli apparati

sindacali e le reti clientelari legati alla malavita locale abbiano ancora molta influenza sulle dinamiche di mobilitazione.

 

È certo, però che la giornata di oggi rappresenta complessivamente un capitolo nuovo per la provincia di Caserta, che ha contribuito ad aggiungere un tassello verso la coscienza di classe e l’espressione della rabbia diffusa. Non a caso, la mattinata di oggi, è stata caratterizzata nella Provincia di Caserta da un’altra manifestazione, quella degli operai del Consorzio Unico di Bacino, senza stipendio da mesi e sballottati dai politici locali, al coro di “Uniti e compatti vogliamo i nostri diritti”.

Da parte nostra, come comunità che si ritrovano a vivere e lottare in Terra di Lavoro, non solo solidarietà agli operai ma la determinazione di voler stare al loro canto e appoggiarli nelle prossime iniziative che decideranno di mettere in campo.

 

Sciopero Sociale – Terra di Lavoro

Csoa Tempo Rosso

Assemblea Autonoma – Aversa

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