Che vogliamo

Nel contesto di progressivo annientamento degli spazi di agibilità democratica non resta da far altro che rilanciare un forte movimento di opposizione sociale in grado di generare conflitto andando oltre le inutili scadenze elettorali. Una lotta che rifiuti i compromessi del sistema capitalistico e che metta al centro le persone e l’esigenza di vivere una vita dignitosa al di là del profitto e del lavoro.

L’unica strada percorribile, ai nostri occhi passa per il rilancio sui territori delle pratiche dell’autonomia diffusa e dell’autorganizzazione sociale. Dobbiamo iniziare a rifiutare, anche in questa periferia desertificata, i meccanismi di un sistema che affama e riduce in schiavitù, facendo pagare a tutti i guasti che pochi hanno prodotto.

Questo non è l’unico mondo possibile, nonostante quello che i mass media e il potere vogliono farti credere!

Anticapitalisti, antiimperialisti, antifascisti, antisessisti, antispecisti perché ogni essere vivente ha gli stessi diritti di un altro. Ci hanno soggiogati, ridotti a vivere come i loro schiavi, ci hanno precarizzato l’esistenza. Vogliamo una società nella quale il cardine siano i diritti e non l’economia. Non crediamo nelle delega, nessuna forma di potere farà mai i nostri interessi. Non resta che riprenderci ciò che è nostro.